A Merida abbiamo fatto un tuffo nel passato di più di 2000 anni.
Ci siamo immersi nella Storia, nelle radici che ci hanno originato e ci costituiscono.
Nel mondo degli “antenati” (come dice Anita), dei quali il processo evolutivo ci appartiene poiché se oggi siamo ciò che siamo lo dobbiamo a chi realmente e simbolicamente la strada della vita l’ha compiuta prima di noi.
Fondata dai Romani nel 25 a.C., Merida è un patrimonio inestimabile di reperti archeologici di straordinaria bellezza!
Riportata alla luce nei primi anni del ‘900, dopo essere stata sepolta sotto 8 metri di terra e vegetazione.
È possibile visitare il teatro, l’anfiteatro, il circo , l’acquedotto e alcune case patrizie.
Incredibile ammirare le costruzioni imponenti e maestose, segno di una civiltà ricca di competenze tecniche e gusto estetico.
I Romani usavano già una sorta di “cemento”, ottenuto mischiando limo, ciottoli e sabbia di fiume, per unire tra loro grossi blocchi di granito.
Abili e ingegnosi costruttori sfruttarono la naturale pendenza del terreno per creare le gradinate dell’anfiteatro e del teatro.
La funzionalità dell’edificio assunse regalità e sfarzo grazie alle decorazioni di colonne in stile corinzio, statue e fregi in marmo finemente scolpite.
Nelle case patrizie ci hanno incantato i mosaici che impreziosivano i pavimenti interni e del patio.
Vere opere di pazienza e maestria!
Più volte ci siamo ritrovati a ripetere, nello stupore, quanto meravigliosi fossero queste opere di un’epoca tanto lontana.
Questo merito va attribuito anche alla natura, che coprendole con terra e vegetazione, le ha preservati per secoli.
Poter camminare sui ciottoli o lastroni di granito costruiti e percorsi per centinaia d’anni dagli antichi personalmente, oltre a stranirmi, mi suscita emozione.
Mi fa sentire parte del cammino dell’Uomo nella sua evoluzione storica e sociale.
Tanta bellezza della cultura romana, di cui Giacomo sembra particolarmente curioso e affascinato, si è accompagnata ad alcune considerazioni di carattere etico.
La prima è rispetto all’ambivalenza della presenza romana che è stata, comunque e a parte tutto, di dominio e affermazione di una civiltà su quelle autoctone già esistenti.
L’altra è rispetto alla funzionalità del luogo dell’anfiteatro: l’attività ludica, di intrattenimento e divertimento si basava su duelli tra gladiatori, che erano di per sé prigionieri di guerra o schiavi.
Se per gli spettatori era un divertimento, per chi combatteva un obbligo e una questione di vita o di morte!
Abbiamo ragionato con Giacomo su come il dominio e la supremazia sia sempre stata un elemento tristemente distintivo della specie umana.
Crediamo che il grande valore di conoscere e scoprire la Storia sia quello di poter riflettere su modalità di vivere, scelte, pregi e limiti culturali e sociali che le diverse culture hanno saputo immaginare e realizzare.