Questa è una delle domande più frequenti che riceviamo, a cui stiamo formulando una risposta a fronte di ormai sei mesi di viaggio.
Un po’ lo immaginavamo, e ora ne abbiamo la conferma, che viaggiare è occasione continua e costante di apprendimento, un po’ come essere costantemente immersi in un “sussidiario”.
Si continua a inciampare in spunti per osservare, porsi domande, formulare ipotesi e scoprire…
La geografia si studia attraversandola fisicamente e osservando luoghi e mappe. Dopo un attimo di indecisione su dove mettere la cartina dell’Europa acquistata poco prima di partire, abbiamo deciso di attaccarla sul tavolo dove facciamo colazione, pranziamo e ceniamo. Averla costantemente sotto gli occhi permette di familiarizzare con nomi di stati, città, facendo diverse considerazioni su vicinanza, distanze e caratteristiche…
Le distanze hanno stimolato conteggi vari rispetto ai km percorsi o da percorrere.
La maggior parte delle città attraversate sono un’immersione nella storia, talvolta stratificata in tempi ed epoche diverse…
Siamo entrati in contatto diretto con molte epoche della storia europea.
Abbiamo fatto un viaggio un po’ a ritroso dato che una delle prime visite fatte è stato al campo di sterminio Auschwitz-Birkenau, dove la trattazione della Seconda Guerra Mondiale era inevitabile.
Siamo poi ripartiti dalla preistoria visitando il sito archeologico con le incisioni rupestri di Alta in Norvegia e nei Paesi Baschi abbiamo visitato una caverna con rappresentazioni di animali e scene di caccia.
A Vitoria-Gasteiz abbiamo visitato il museo archeologico attraversando le epoche della preistoria (pietra, bronzo e ferro), della storia fino all’impero Romano alla sua decadenza e all’inizio del Medioevo.
In Spagna stiamo trovando spesso siti archeologici di epoca romana.
Giacomo è molto affascinato e incuriosito dall’estensione territoriale del Sacro Romano Impero, più volte ha voluto vedere la cartina e ha chiesto i motivi della sua espansione, potenza e poi decadenza.
I luoghi sono una stratificazione affascinante, non sempre semplice da focalizzare, di eventi storici, incontri e scontri tra popolazioni e culture differenti che tra loro si sono influenzate.
Attraversare l’Europa permette di affrontare e parlare della storia dell’Uomo dalla sua nascita ai giorni nostri senza poterla scindere dalla storia, ancora più antica e non meno affascinante, della terra.
È un intreccio continuo e costante che dá modo di avvertire quanto il sapere sia strettamente connesso con le diverse discipline, da quelle più scientifiche a quelle più umano-sociologiche, che raccontano e spiegano il mondo.
Ad esempio di questo continuo richiamo tra discipline, abbiamo parlato di civiltà della Mesopotamia osservando un quadro di Anselm Kiefer, con diretto riferimento ai fiumi Tigri ed Eufrate.
È stato un ottimo pretesto per scoprire un pezzetto di storia extraeuropea imprescindibile.
In molti paesi che abbiamo attraversato siamo approdati alle biblioteche che, nonostante non padroneggiassimo la lingua, ci hanno dato un prezioso supporto per approfondire o reperire immagini esemplificative di argomenti su cui ci eravamo precedentemente interrogati…
Per quanto riguarda le lingue ne abbiamo incontrato una svariata gamma, in ogni stato visitato abbiamo cercato di imparare come si dice “buongiorno, grazie” e qualche parola di uso comune (spesso cibo!).
Ci siamo anche “scontrati” con il fluido utilizzo dell’inglese da parte di moltissime bambinə e adultə del nord Europa.
I nostri figli e noi in parte non godiamo dello stesso grado di conoscenza.
Dopo una iniziale resistenza, sentendo anche noi parlare spesso e volentieri in inglese, hanno incominciato a sviluppare curiosità e pian piano incominciano a familiarizzare con qualche parola e semplici frasi e a utilizzarle in modo pertinente.
Ogni tanto nei loro giochi introducono qualche parola o frase straniera.
Sicuramente per imparare le lingue ci vuole un po’ di intraprendenza, applicazione e tanta pratica ma ci auguriamo che questo viaggio possa creare in loro la curiosità e lo stimolo per altri modi di dire e raccontare il mondo!
(Giacomo proponeva una possibile soluzione dicendo che “Bisognerebbe parlare, oltre alla propria lingua, quella dei paesi vicini!”
Anita mi ha detto “quando torneremo parleremo tutte le lingue dei posti che abbiamo visitato”.)
Incontrare diverse e nuove lingue è stato indirettamente un modo anche per consolidare e apprendere maggiormente la propria lingua, acquisendone maggiori sfumature e vocaboli.
I diversi musei d’arte che abbiamo visitato, tra Parigi, Guernica e Bilbao, ci hanno offerto di scoprire il patrimonio del linguaggio espressivo dell’arte che inevitabilmente si intreccia con quello storico, sociale, culturale.
Dunque sul potenziale formativo del viaggio credo non ci siano troppi dubbi.
L’unica cosa che rende completamente differente il processo di apprendimento scolastico da quello informale è che non si sa preventivamente quale sarà la scansione degli argomenti e dei temi.
Non c’è un linea temporale consequenziale poiché l’apprendimento è nel fluire dell’incontro, della curiosità e delle domande con cui attraversiamo -entrando e uscendo, come fossero piscine in cui immergersi- i saperi!